Otto giorni. Otto lunghi giorni di rinunce, astinenza, ansie e ansiette.
Però siamo qua. Ancora smoke free e con l'inhaler che aiuta, ma che diventa sempre meno necessario.
Ce ne vorrà per essere indifferenti a chi ti fuma di fianco. E forse non passerà mai quell'invidia mista a compatimento per chi ancora si accende una paglia. Ma otto giorni sono un'infinità per chi non stava più di quaranta minuti senza una sigaretta tra le dita.
E poi si scoprono cose simpatiche: non dover lasciare qualcosa a metà per farsi una dose; non dover cercare disperatamente un'uscita da un posto chiuso qualsiasi per correre a fumare; scegliere il locale per una cena in base all'accessibilità per fumatori.
Oppure, ed è capitato spesso, uscire a tarda notte, con ogni tempo, per cercare un self service nei tabacchini della città.
E' il sottile piacere dell'autocontrollo, dell'autorità recuperata, dell'indipendenza riacquistata.
Qui adesso comando io.
martedì 12 maggio 2009
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